Teseo Tesei Orgoglio Italiano:
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ll Maggiore del Genio Navale Teseo Tesei
3 gennaio 1909 – 26 luglio 1941
Nato a Marina di Campo
Morto aLa Valletta, Malta
Cause della mortecaduto in combattimen
Teseo Tesei, Orgoglio italiano.
Di questo Uomo, nessuno è mai riuscito a stabilire se fosse più immenso il suo straordinario coraggio, oppure la sua inimmaginabile creatività, degna del miglior ingegnere e Maestro d'Armi.
Il suo ingegno e la sua creatività che gli fruttarono, nell'agosto 1940, la Medaglia d'Oro di 1^ classe, lo portarono a studiare ed a realizzare alcune tra le più importanti macchine e dispositivi subacquei mai inventati.
Insieme all'ingegnere navale Elios Toschi, il Maggiore del Genio Navale Teseo Tesei realizzò il più straordinario mezzo di assalto subacqueo di tutti i tempi : il Siluro a Lenta Corsa, protagonista di moltissime delle imprese della X^ Flottiglia MAS, durante la 2^ guerra mondiale ed utilizzato, nelle varianti moderne, da tutti i reparti di forze speciali navali, al mondo.
Non contento, insieme al Comandante Angelo Belloni, modificò l'autorespiratore a maschera Davis, che veniva utilizzato per le fuoriuscite degli equipaggi dai sommergibili in avaria. I due, migliorarono le numerose criticità che avevano causato molti incidenti e portarono l'autonomia dell'autorespiratore, da venti minuti a qualche ora.
Ma Teseo Tesei era anche un Uomo di azione.
Esperto palombaro e già decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare, per aver partecipato alle operazioni di salvataggio dell'equipaggio del sommergibile Iride, affondato da azione aerea nel Golfo di Bomba, mentre stava trasportando mezzi ed operatori destinati a violare la base navale inglese di Alessandria d'Egitto, Tesei mordeva sempre più spesso il freno, per partecipare ad una delle mitiche azioni di sabotaggio della X^ MAS.
Il 26 luglio 1941, Teseo Tesei si guadagnò la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.
In un'azione congiunta di due Siluri a Lenta Corsa e sei barchini esplosivi, tentò di forzare la base navale inglese di La Valletta, a Malta.
La missione non stava andando come previsto, così Teseo Tesei, per non comprometterne l'esito e recuperare il tempo perso, per ovviare a degli imprevisti tecnici accorsi al secondo SLC, decise che fosse giunto il momento di porre il punto esclamativo alla sua straordinaria carriera di marinaio e di studioso.
Insieme al suo fedele gregario, il 2º capo palombaro Alcide Pedretti, portarono a termine ad ogni costo il loro compito, decidendo di «spolettare a zero» la loro carica esplosiva, rinunciando cioè ad allontanarsi dall'arma prima che questa esplodesse sotto l'obiettivo.
Il Raggruppamento subacquei e incursori della Marina Militare italiana è intitolato a Teseo Tesei.
Non poteva essere altrimenti.
Si potrebbe scrivere per ore di questo Uomo: del suo inarrivabile genio, della sua straordinaria generosità e del suo incontaminato coraggio.
Basti dire che, senza di lui e senza il suo amico e collega Elios Toschi, la maggior parte delle azioni che hanno reso mitica la X^ Flottiglia MAS, non sarebbero state nemmeno pensate.
Forse, la stessa X^ MAS non sarebbe esistita.
Ma la Storia della marineria da guerra mondiale reclamava le gesta della Decima, reclamava un immenso Idolo! Così qualcuno molto in alto mandò tra noi miseri mortali un Uomo dalle gesta e dall'Animo immortali, per scrivere un Capitolo tanto bello, che non poteva certo mancare nel sommo Libro di Storia Universale.
Teseo Tesei era già entrato, di diritto, nella Storia.
Ma a lui, ciò non bastava. Non bastava esservi entrato, grazie alle sue immortali invenzioni.
Lui voleva e doveva bere la stessa acqua di mare dei suoi camerati, quelli che pilotavano i suoi temuti maiali. Lui voleva e doveva provare quell'adrenalina, quello sfinimento, quelle strazianti sensazioni di panico, smarrimento, emozione che solo le imprese impossibili possono regalare, leggere come nubi e pesanti come macigni.
Emozioni che possono essere "donate" unicamente a Uomini come Lui.
L'operazione Malta 2 era oramai fallita; lui ed il suo impareggiabile secondo, il sottocapo palombaro Alcide Pedretti, nel profondo delle oscure acque del Mito, si devono essere lanciati uno sguardo intenso, un sacro cenno di intesa, inebriati dall'orgoglio di servire in quel modo la propria amata Patria.
Hanno caricato la spoletta.
A zero.
E sono entrati nella Leggenda.