Il Maestro D'Armi Tommaso David e GSA Gruppi Servizi Autonomi
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Il maestro d'armi Tommaso David.
Fu una delle figure di rilievo del panorama bellico della prima metà del Novecento, la cui azione fu, in particolar modo, incisiva nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Nato ad Esperia, in provincia di Frosinone, si arruolò volontario nella Regia Marina nel 1896, come allievo cannoniere. Imbarcato sulla nave da battaglia “Napoli”, con il grado di capo cannoniere di 3ª classe, prese parte alla guerra Italo-Turca, che gli valse una Medaglia di bronzo al valore militare, a seguito di una brillante azione a Derna. Conseguito il diploma di maestro d’arme nel 1913, entrò nell’Accademia navale di Livorno, con il compito di insegnante degli allievi ufficiali. L’ingresso dell’Italia nel primo Conflitto Mondiale indusse il David a lasciare l’Accademia per partecipare alle operazioni belliche, dapprima a bordo di unità navali, poi in seno alla brigata “Marina”. In seguito egli riprese l’attività educativa e di insegnamento all’Istituto Nautico di Gaeta, passando poi a quello di La Spezia dove, dietro il suo personale interessamento, fu istituita la Scuola Magistrale per maestri di scherma. Dopo aver partecipato alla Marcia su Roma, tra l’inizio del 1926 e l’estate del 1928, ricoprì la carica di podestà di Casalvieri. Tra il 1935 ed il 1937 prese parte, con il grado di capitano del C.R.E.M, alla guerra di Etiopia, al cui termine fu collocato in posizione di riserva con il grado di primo capitano. Nel 1941, dopo la campagna di Jugoslavia, si trasferì a Zara. All’inizio delle ostilità con l’Unione Sovietica, in Dalmazia iniziarono le operazioni della guerriglia partigiana; dapprima presero le armi i cetnici fedeli alla monarchia in esilio e poi gli aderenti al partito comunista. Gli italiani di Dalmazia, su iniziativa del colonnello Eugenio Morra, costituirono la Milizia Volontaria Anti Comunista divisa, a sua volta, in MVAC “Zara” (formata da cattolici e greco ortodossi) e MVAC “Dimara” (che vede, al suo interno, i cetnici nei territori italiani). A loro volta le MVAC vennero divise in Bande Anticomuniste (o BAC). Dietro sua richiesta, Tommaso David rientrò in servizio, assumendo il comando della 2ª banda anticomunista “Novegradi”, distinguendosi nel periodo novembre-dicembre del 1942, quando nella zona di Sebenico contrastò efficacemente l’attività di una formazione partigiana, meritando così la Medaglia d’argento al Valore Militare. L’8 settembre del 1943, mentre si trovava impegnato in una azione di rastrellamento, dovette rientrare a Zara dove trovò i reparti del Regio Esercito in stato di scioglimento. Assunto il comando militare della città, collaborò con i tedeschi al mantenimento dell’ordine pubblico, continuando anche le attività antipartigiane, ma sempre sotto la bandiera italiana. I brillanti risultati, ottenuti dal suo reparto, diedero fastidio al comando militare tedesco che approfittò di una sua visita in Italia per impedirgli di rientrare in Dalmazia, una volta terminato l’incontro col duce. Entrato nella Guardia Nazionale Repubblicana, Mussolini lo nominò comandante del Gruppo Servizi Autonomi, organo di controspionaggio della RSI costituito a Roma. Sotto il nome di copertura di dott. De Santis mise su una unità femminile speciale, denominata “Allevamento volpi argentate” che operò in attività di sabotaggio oltre le linee nemiche. Considerato un intimo di Mussolini, nell’aprile 1945 quest’ultimo lo convocò a Gardone e gli affidò una borsa contenente importanti documenti e segreti di stato, tra cui il carteggio intercorso tra il duce e Winston Churchill. Al termine del conflitto, nel luglio 1945 si nascose, sotto il falso nome di professor Luigi Grossi, a Merano, dando lezioni di scherma e interessandosi anche ad altri sport. Per evitare di essere catturato ed estradato in Jugoslavia, a partire dai primi mesi del 1948 si trasferì da un nascondiglio all’altro, rientrando a Merano solo nel novembre dello stesso anno. Nel 1951 fu sottoposto a processo per aver fornito false generalità, ma egli si difese, asserendo di avere agito così per sfuggire alla vendetta dei partigiani jugoslavi, e disse di essere sottoposto a processo per il fatto di essere in possesso del carteggio Churchill-Mussolini. Il pretore di Merano dichiarò estinto il fatto per sopravvenuta amnistia. Nel giugno 1956, dopo la morte di De Gasperi, gli fu concessa, ancora vivente, la Medaglia d’oro al Valore Militare. Ritiratosi definitivamente a vita privata, si spense a Genova il 12 novembre 1959.