Comunicazione verbale non verbale
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COMUNICAZIONE
NON VERBALE
Prima della nascita del linguaggio l’uomo, come gli altri animali,
comunicava col corpo. Lo utilizzava tutto: espressioni del viso, movimenti,
gesti e suoni caratteristici, privi di un significato simbolico, ma in grado di
trasmettere le proprie emozioni ai compagni. Emozioni come la paura, la
felicità, la tristezza, il disgusto, la rabbia ecc..
Si perché quelle erano le informazioni importanti da condividere,
che ti salvavano la vita in caso di pericolo o ti facevano sentire la vicinanza
del gruppo quando ne avevi bisogno. Si trattava di un vero e proprio
linguaggio, privo però di parole come le intendiamo oggi.
Era innato, non c’era bisogno di apprenderlo per esprimersi con comunità
diverse da quella di appartenenza; lo si acquisiva semplicemente nascendo ed
era comune a tutti gli individui, come d'altronde, quello degli altri animali,
lo era con i soggetti della medesima razza, indipendentemente dalla provenienza.
Lo stesso linguaggio che il bambino attiva appena viene al mondo ed
utilizza molto bene per comunicare le proprie esigenze. Certo le necessità di
un cucciolo sono molto elementari, come lo erano quelle dei nostri arcaici
progenitori.
Con l’evoluzione il cervello umano è aumentato di volume ma non è
radicalmente cambiato, un po’ come la cultura, che si stratifica integrando le
scoperte precedenti, il cervello ricopre di strati successivi quelli più
antichi aggiungendo ulteriori funzioni, più complesse, nasce così qualcosa di
nuovo senza che il vecchio scompaia.
Gradualmente compare il linguaggio seguito dalla scrittura, sono creazioni
così importanti e coinvolgenti che polarizzano la comunicazione umana facendo
dimenticare che, sotto di esse, rimane l’espressione istintiva che non utilizza
la verbalizzazione.
Ma quest’ultima rimane e, dal momento che non viene considerata
dalla parte cosciente della nostra mente, comunica direttamente con l’inconscio
cosicché, senza che ci rendiamo conto, trasmette, in modo immediato (cioè senza
la mediazione intellettiva), emozioni e sensazioni.
Quante volte ci diciamo che, una persona appena conosciuta, ci è
simpatica o, a pelle, non ci convince, indipendentemente da quello che dice?
Non riusciamo a tradurre il linguaggio del corpo ma esso inserisce
ugualmente informazioni nella mente, informazioni che producono notevoli
effetti sui nostri atteggiamenti nei confronti degli altri, effetti tuttavia che
non siamo in grado di spiegare ne controllare.
Imparare a leggere tale linguaggio non solo ci aiuterà a
comprendere meglio il prossimo ed a migliorare la nostra comunicazione, ma ci
metterà in grado di capire chi mente e chi è sincero. Pensate all’utilità che
può avere in un tribunale o per le forze di polizia.
Avremo la possibilità di migliorare i rapporti interpersonali
perché potremo comprendere più a fondo i messaggi pervenuteci, limitando i
fraintendimenti.
La capacità di comunicare, conquistare l'interlocutore e trovare
un approccio con lui è un'arte che consente di raggiungere il successo, sia
nella sfera personale che in quella professionale e pubblica.
Ma una delle cose più importanti: gli uomini, finalmente,
capiranno quello che pensano le donne, riuscendo ad interpretare quando un si
significa no o quando è veramente si.