Bassi scrisse una relazione ai suoi superiori, i quali rimasero favorevolmente impressionati perché sempre alla ricerca di nuovi miglioramenti offensivi. Il 29 luglio, alla presenza di Vittorio Emanuele, si svolse la prima dimostrazione con ottimi risultati. Arrivò l'autorizzazione alla creazione e dotazione dei reparti d'assalto. Bassi, dunque, fece abbandonare il fucile e il moschetto per dotare gli uomini di pugnale, bombe e pistola per la difesa personale. Rivoluzione copernicana: in quanto negli spazi ristretti e angusti il pugnale e le bombe a mano sono più efficaci dei lunghi fucili.
Addestramento
Addestramento dei volontari presso il Centro, in località Sdricca di Manzano, detto anche la “Scuola del coraggio”. Preparazione atletica con il capitano Razzi: corsa e salto dei reticolati. Si ricorda che gli Arditi lanciavano le bombe durante il salto dei reticolati. Lotta corpo a corpo e a mani nude. Il capitano Razzi studierà una specifica forma di lotta sfruttando i principi della lotta giapponese acquisiti tramite l'alleanza con il Giappone. Lancio di bombe ai limiti della propria incolumità fisica.
Addestramento reale, tanto che ci saranno anche molti feriti durante gli allenamenti estremamente duri.
A noi!
Il maggiore Freguia creò il motto degli arditi “A noi!” Il motto completo era che le persone preposte urlavano: “A chi l'onore?” E gli altri rispondevano: “A noi!”
Equipaggiamento
L'Ardito aveva il caratteristico pugnale che altro non era che il riadattamento delle rimanenze di magazzino delle vecchie baionette “Vetterli”. Lama accorciata quanto bastava a non ingombrare e fascetta come guardia. Per il metodo di combattimento da punta, come quello italiano, quei pugnali caserecci andavano benissimo. Un tascapane pieno di bombe a mano. Una pistola.
Armi da fuoco
La mitragliatrice pesante non era adatta alle azioni specifiche di irruzioni e avanzamento verso la trincea avversaria. Meglio allora il lancio di bombe a mano.
Abbigliamento
L'elmetto veniva portato al rovescio per comodità. Giacca dei bersaglieri ciclisti perché aperta davanti e dunque non impediva i movimenti durante il lancio delle bombe a mano e nel combattimento corpo a corpo col pugnale. Bavero con la fiamma colorata secondo la provenienza: bersaglieri, rossa; fanteria, nera; alpini, verde.
Peso dotazione
L'ardito portava un peso di 15 kg e 100 gr a differenza della fanteria di linea di 22 kg e 850gr.
La coppia tattica
Bassi riscontra che in caserma si formano delle coppie che si compensano e si intendono a meraviglia. La coppia deve rimanere coppia anche in campo di battaglia. Ecco un breve passo del suo diario: “Una società di due persone possiede degli elementi che non esistono in nessuno dei due che la compongono e che nascono e si sprigionano nel momento che unendosi danno vita alla società. I soggetti si rafforzano, la percezione diviene pronta e vivace, l'acutezza visiva...” Secondo il geniale innovatore, la coppia era la base indispensabile per l'azione degli Arditi. Bassi divise il plotone in quattro squadre. Per ogni squadra cinque o sei coppie di uomini. L'intesa raggiunta dalle coppie si rivelava micidiale sia nel corpo a corpo sia nella eliminazione delle postazioni delle mitragliatrici nemiche.
L'embrione alla prova
L'embrione dell'idea che poi porterà al mito degli Arditi venne alla luce
il 7 giugno quando il maggiore Bassi, senza alcuna preparazione specifica, diede ordine al suo battaglione di attaccare il “Dosso del Palo”. Sorpresa: dosso conquistato con poche perdite. Perché ce l'hanno fatta? Semplice, Bassi ha invertito l'ordine di attacco: ha mandato avanti i plotoni con le mitragliatrici leggere e le bombe a mano. Come succede solo in Italia: lettera di demerito per aver disatteso l'ordine e poi promozione sul campo per la brillante soluzione.
Combattimento corpo a corpo
Non vi è nulla di più letale di un uomo armato di coltello. Una volta entrato nella trincea nemica, il poco spazio laterale a disposizione al nemico lascia poco margine all'improvvisazione: chi è più addestrato vince. Gli Arditi lo dimostrarono benissimo. Il corpo a corpo era la loro specialità. Poche mosse ben collaudate e portate a termine con determinazione e rapidità erano garanzia certa alla riuscita dell'assalto. La loro guardia era particolare: gamba sinistra e braccio sinistro avanti, arretrata invece la parte destra: gamba e mano che brandiva il pugnale. Una serie di combinazioni semplici ed efficaci permettevano di avere la meglio. Era contemplato il disarmo dell'avversario, ma difficilmente avveniva.
La conferenza si conclude
Una domanda a Merendoni: il metodo di combattimento con coltello degli Arditi è paragonabile e quello moderno del Krav Maga o similari?
“Ogni metodo ha le sue caratteristiche, ma tenga presente che quello degli Arditi è stato testato durante la guerra con i risultati che si sono visti”.
Ora, dopo la spiegazione storica, sarebbe interessante vedere dal vivo, magari con una apposita conferenza, il sistema applicato con combattimenti simulati. In fin dei conti stiamo parlando di un metodo di combattimento italiano invidiato dal mondo intero da 100 anni!